Prendo
lo spunto da una dichiarazione e da una visione per questo nuovo
post, pensato qualche giorno fa e scritto oggi.
La
dichiarazione: l'allenatore dei Toronto Raptors (prima del breve
rientro di Bargnani e conseguenti vittorie) ha detto di non essere
troppo preoccupato dalla catena di sconfitte della sua squadra. Le
squadre giovani, ha dichiarato, hanno il problema di riuscire a
giocare quattro quarti. Risolto il problema, la squadra diventa tale.
La
visione: Lucca-Umbertide, serie A femminile italiana della scorsa
domenica. Terzo quarto 21-2 per Umbertide (da meno dodici a più
sette), alla fine vince Lucca di quattro.
Come
tutti gli sport intelligenti (vedi football americano, vedi tennis
con Federer che perde sistematicamente con Nadal, vedi molto meno il
calcio dove non è che il cervello sia distribuito con abbondanza) la
pallacanestro vive di delicati momenti psicologici, quella cosa che i
commentatori degli ultimi anni chiamano “inerzia”. Top e flop si
susseguono spesso nella medesima partita. Chi ha giocato lo ricorda,
chi ha allenato lo sa.
La
domanda che mi pongo: cosa può fare l'allenatore per limitare –
posto che evitarli non si può – i momenti di buio?
Il
coach di Lucca le aveva provate tutte: timeout, cambi di giocatrici,
cambi di difesa, scelte semplici in attacco. Per un quarto non ha
funzionato nulla, dopo la macchina ha ricominciato a marciare come
doveva. Da spettatore televisivo non posso certo sapere cosa ha detto
alle giocatrici, a quale appiglio poteva affidarsi per non
precipitare.
Provo
a immaginare: un sistema di gioco. Se ancora allenassi e se avessi i
giocatori o le giocatrici che lo possono fare a me piacerebbe
pressare e correre, ad esempio; ma per farlo serve fisico, talento,
gente che abbia voglia. Se non ce l'hai, avrai un altro sistema al
quale appoggiarti. Attacco e difesa, naturalmente. Se invece non hai
nessun appiglio, allora tenere i quattro quarti diventa dura.
Provo
ancora a immaginare: un giocatore-capo (vedi sopra). O un playmaker
vero. Quelli ti risolvono un sacco di guai, ma siccome non si
inventano, puoi solo riconoscerli e affidare le chiavi della macchina
a loro. Capita però che il momento flop li coinvolga, e allora le
chiavi le deve riprendere chi sta in panca.