venerdì 24 febbraio 2012

Questione di fiducia?

Lo spunto per il post nasce dalla visione della sconfitta di Cantù, per un punto, contro il Barça e conseguente eliminazione dall'Eurolega.
Solo una postilla: non condivido il concetto di "grande sconfitta" applicato allo sport professionistico. Nel caso specifico, io parlerei molto di più di occasione gettata alle ortiche. In altri casi mi limiterei a parlare di partita giocata bene ma pur sempre persa.
Ma cominciamo dando voce al coach in freezer che c'è in me.
Qualche anno fa allenavo una squadra di sedicenni piuttosto buona, nata un po' per caso ma poi migliorata al punto da sfiorare la vittoria nel campionato delle province di Trieste e Gorizia. Così come era nata un po' per caso, anche il fatto che fosse stata affidata a me era nato molto per caso. Non conoscevo nessuno dei giocatori, non conoscevo affatto il campionato. Dopo qualche allenamento arriva la prima amichevole. Nella mia idea di quintetto base (concetto al quale rimango affezionato) c'era il giocatore A. Nel procedere della stagione però la mia fiducia nel giocatore A. scema progressivamente: non si allena con il (secondo me) dovuto impegno, non ha il (secondo me) dovuto rispetto dei compagni di squadra e della necessità di un gioco d'assieme. Cerco di indicargli quella che (secondo me) è la via giusta, ma non ci riusciamo a capire. I suoi minuti in campo diminuiscono e quando lui entra vuole farmi vedere, solo in attacco, quello di cui è capace: tre tiri in un minuto, tentativi da tre punti improbabili. Sente che ha perso la mia fiducia e cerca di riacquistarla nel modo sbagliato. Purtroppo io non sono stato capace di fargli capire il modo (secondo me) giusto. Epilogo. Ultima giornata, io non posso allenare la squadra perché sono impegnato con la rappresentativa regionale femminile. Al mio posto c'è in panchina il più esperto e il migliore di tutti noi che alleniamo in quella società. Il giocatore A. non entra neppure, senza che io abbia avuto l'ardire di suggerire nulla a chi mi sostituisce (e vince bene una partita difficile). Il giocatore A. è convinto che sia stato io a deliberare sul suo "non entrato". E gli sto sui maroni sempre di più. Il campionato lo abbiamo perso alla penultima, negli equilibri da ultimo minuto tipici del basket.
Cinciarini. Esce Perkins che sta giocando benissimo per prendere riposo a poco dalla fine. Cinciarini entra, tira da tre e sbaglia di metri. Azione dopo: cerca di costruirsi un tiro complesso da due e sbaglia. Come insegna coach Peterson, il tiro è un gesto tecnico ed è un gesto agonistico. Per segnare spesso serve qualcosa di più della perfezione tecnica. Per questo esistono i tiratori "di striscia". Per questo, secondo me, Perkins avrebbe avuto molte più possibilità di segnare, pur stanco, quel che Cinciarini invece non avrebbe mai segnato. Cantù perde di uno. Quando ho visto quel tiro da tre vagare nel nulla, mi si è aperta la memoria alla voce "Giocatore A". Ho visto spesso Cantù quest'anno e ho percepito molto chiaramente, e non servono certo gli occhiali 3D,  ll crollo di fiducia di coach Trinchieri nei confronti del suo potenziale e designato play titolare. Lo dimostrano le responsabilità in campo, i minuti, le mosse di mercato. Davvero non ho capito quel rigurgito di fiducia di ieri sera. Che sia stato un errore?